mercoledì 28 agosto 2013

18 ottobre Sciopero Generale: i precari Coop in piazza

La Bella Addormentata alla Coop, Catia Bottoni, “recordwoman” della precarietà che in 12 anni ha collezionato 27 contratti a termine (molte altre Belle Addormentate aspettano il “Principe"), annuncia la sua partecipazione allo sciopero generale del 10 ottobre.

Catia rappresenta le tante donne e madri che hanno per anni lavorato con contratti precari alla Coop con il miraggio di un lavoro stabile per ritrovarsi, dopo la Via Crucis precaria (diversi toccano gli 8-9 anni di contratti a termine a ripetizione), licenziati o al meglio stabilizzati con forme contrattuali che mettono spalle al muro i lavoratori e li impiccano ad una esistenza fatta di sfruttamento e condizioni di vite lavorative impossibili.

Tutto questo, consentito da un quadro normativo lavoristico ignobile, sostenuto nel corso degli anni (oltre che dal centrodestra e dai governi tecnici come è nella loro natura) anche dal centrosinistra e dai sindacati complici. Unicoop Tirreno continua a mostrare il volto di un’azienda senza scrupoli, all'avanguardia nello sfruttamento del lavoro con buona pace dell’etica cooperativa.

USB Commercio rigetta al mittente questa idea di sfruttamento ed il 18 ottobre sarà al fianco dei precari Coop, delle tante “Belle Addormentate alla Coop” che hanno speso anni di sacrifici personali e familiari per l’agognato “Principe” ma che hanno visto Unicoop Tirreno violare la favola e cambiarne il finale.

Il 18 ottobre urleremo a gran voce che il lavoro non è una favola, è dignità e per quella dignità saremo pronti a lottare

lunedì 26 agosto 2013

Effetto domino, delegati abbandonano Cisl e Uil ed entrano in USB

Delegati UILTUCS UIL e FISASCAT CISL all’interno della divisione SMA/Simply supermercati del gruppo AUCHAN S.p.A. abbandonano Cisl e Uil ed entrano in USB.

La lettera aperta inviata dai delegati ai lavoratori e alle lavoratrici della catena commerciale:

Cercando la parola “sindacato” all’interno del dizionario della lingua italiana ci si imbatte nella seguente definizione: associazione di lavoratori costituita per la tutela degli interessi collettivi, organizzata in strutture funzionali e in organismi rappresentativi. Definizione che riassume l’idea di sindacato alla quale vogliono ancora credere i sottoscritti Daniele e Marco rispettivamente lavoratori della provincia di Roma ed ex delegati UILTUCS UIL e FISASCAT CISL all’interno della divisione SMA/Simply supermercati del gruppo AUCHAN S.p.A.. Il 4 febbraio c.a. l’azienda in cui lavoriamo chiude tre punti vendita e lascia in cassa integrazione gli 89 lavoratori dell’ipermercato di Aprilia e dei supermercati di Pomezia e di Ardeatina. Cassaintegrati senza alcun preavviso da parte dell’azienda e senza alcun sentore, così ci hanno detto, da parte dei tre sindacati confederali CGIL, CISL e UIL. La chiusura dei tre punti vendita è solo il culmine di un percorso e di una strategia aziendale mirata all’abbattimento dei costi e al ridimensionamento delle proprie strutture per cercare di guadagnare qualche miglio marino nel naufragio della crisi economica mondiale. Trascorse le prime ore, inizia un gran trambusto di attivi unitari non atti ad informare e a censire ma a preparare i lavoratori alla “resa” che si è verificata nei sei mesi trascorsi. Il lavoro in Italia ha un costo altissimo e viene sbandierato a gran voce che il futuro, per le grandi multinazionali come quelle in cui lavoriamo, ha i colori di paesi come India, Cina e Russia. Bye bye Italia. Questo ritornello, com’era prevedibile, ha dato il via ad un effetto domino che ha prodotto innumerevoli pressioni, ma senza protesta alcuna. Bene, in tutto questo gran casino di paure, ansie e pressioni quale ruolo ha avuto il sindacato? Negli ultimi tre anni in particolar modo, all’interno delle assemblee è emerso come l’azienda, per salvaguardare i propri interessi, abbia chiesto sempre di più ai suoi preposti e questi per ottenere dei risultati abbiano soffocato i propri collaboratori non tenendo conto della loro capacità ed esperienza professionale. Tutto questo, appesantito dalla situazione socio-economica, ha aggravato lo stato di salute della nostra azienda. Ed il sindacato? Dopo aver chiuso gli occhi davanti ad alcune denunce molto gravi da parte dei propri delegati, dopo averli invitati a non sollevare casi che potessero creare dei precedenti, le tre segreterie confederali regionali non riescono più ad affrontare lo stato d’agitazione dei propri iscritti da un lato e la morsa finale dell’azienda dall’altro. In uno degli attivi unitari dei mesi scorsi, a chiusure ancora calde, esternando la volontà, da parte nostra, di dare visibilità mediatica alla situazione dei nostri colleghi, ci siamo sentiti rispondere con arroganza: “ Non siamo mica l’Ilva di Taranto che da’ lavoro ad una provincia intera!”. Complimenti! Dov’era il sindacato quando s’impiegavano i lavoratori interinali a discapito di altre tipologie di contratto? Dov’era il sindacato quando veniva accettato l’accordo in merito all’imposizione delle domeniche lavorative? Ci è stato risposto che queste condizioni venivano messe in opera per non arrivare all’abbandono del contratto integrativo del commercio e con esso di tutte le sue tutele ed i suoi diritti. Il 31 luglio, dopo due tavoli di trattativa nazionale tra Sma/Auchan e Cgil, Cisl e Uil, i primi comunicano l’intenzione di voler procedere con la probabile disdetta del suddetto contratto e precisano che tale decisione è stata presa anche per la mancata collaborazione da parte dei sindacati. Poche ore dopo arriva una segnalazione sindacale all’attenzione del capo del personale della nostra regione; in essa si chiede di verificare che i cassaintegrati vengano presi in considerazione come risorse da impiegare al posto delle ore di straordinario effettuate nel periodo estivo. I poveri lavoratori si sono resi disponibili a lavorare anche in punti vendita diversi dai propri. Certo i propri punti vendita sono stati chiusi. Non esistono più. In seguito a queste ultime battute, i sottoscritti decidono di iniziare il percorso nell’Unione Sindacale di Base con l’intenzione di volersi battere per delle condizioni migliori e per non tacere un altro piccolo dramma come il nostro. Se è vero, come ci è stato detto spesso dai sindacalisti confederali e dai dirigenti aziendali, che la nostra azienda dispone come vuole del suo capitale ed in fin dei conti ci paga per lavorare, è anche vero che il sindacato è invece sovvenzionato dai lavoratori perché questo tuteli i loro diritti e difenda il loro posto di lavoro.

Daniele e Marco

domenica 18 agosto 2013

USB Commercio verso lo Sciopero Generale del 18 ottobre

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18 ottobre 2013: i lavoratori del Commercio e della Grande Distribuzione Organizzata che si riconoscono nell'Unione Sindacale di Base sostengono la piattaforma dello SCIOPERO GENERALE NAZIONALE di 24 ore indetto dalla Confederazione USB insieme alla Confederazione Cobas e la CUB.
 
Lo sciopero generale è indetto: per il rinnovo dei contratti, l'aumento di salari e pensioni e la riduzione dell'orario di lavoro; contro le politiche di austerità in Italia ed in Europa e contro il governo italiano delle larghe intese che quelle politiche gestisce; per la scuola e l'istruzione pubbliche, per la sanità e i beni comuni pubblici e per la costruzione di un diverso modello sociale e ambientale; per la nazionalizzazione di imprese in difficoltà o di interesse strategico per il Paese; per il diritto ad una vera democrazia fondata sulla partecipazione, che rifiuti deleghe autoritarie nei luoghi di lavoro e per una legge democratica sui diritti dei lavoratori e sulla rappresentanza sindacale.
 
I Lavoratori del Commercio e della GDO scioperano anche per le condizioni difficili in termini di salario, di diritti e di qualità della vita vissute nei luoghi di lavoro del commercio e contro la deregolamentazione degli orari di apertura degli esercizi commerciali.
 
I lavoratori del Commercio e della GDO continuano la campagna contro il “far west” degli orari di apertura nel commercio per riprendersi le proprie vite, di lavoratori e di cittadini, per tornare a trascorrere le domeniche e le feste favorendo la famiglia, la socialità, il riposo, la riflessione, la cultura, lo sport, anche attraverso la tappa fondamentale dello sciopero generale, che arriva dopo l’imponente serie di iniziative che hanno visto violare luoghi del commercio da veri e propri cortei fino ad arrivare sotto Montecitorio.
 
Nel nostro settore, disgregato e di difficile intervento sindacale, l'introduzione del modello Marchionne è iniziata ormai da anni con il ricorso massiccio ai contratti part-time, alle esternalizzazioni, al precariato diffuso, al lavoro sommerso, e sempre più spesso la proliferazione di queste squalificanti ed anomale tipologie contrattuali non consente alle lavoratrici ed ai lavoratori di guadagnare uno stipendio che consenta una vita dignitosa, inoltre molti contratti di secondo livello sono stati disdettati unilateralmente ed i sindacati confederali hanno sempre avallato le politiche padronali messe in atto dalle aziende.
 
IL 18 OTTOBRE SAREMO IN PIAZZA PER RIVENDICARE ANCHE LA NOSTRA PIATTAFORMA:
 
• STABILIZZAZIONE DEGLI ORGANICI
 
•DEMOCRAZIA NEI LUOGHI DI LAVORO
 
• VERIFICA DELLE PROFESSIONALITA'
 
• RINEGOZIAZIONE DELLE MAGGIORAZIONI
 
• ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
 
• SALUTEE SICUREZZA DEI LAVORATORI
 

Appuntamento a tutti i lavoratori il 18 ottobre 2013 a Roma